martedì 1 gennaio 2013

L'esperienza di Elisa a Tarija, Bolivia


Spesso mi capita di ripensare alla prima volta che ho messo piede nel posto che ormai è la mia seconda casa a Tarija, all’albergue dove vivono bambine e adolescenti che hanno sofferto violenza sessuale. Elisa da dove vieni? Che lingua si parla nel tuo Paese d’origine? Sei sposata? Quanti figli hai? Perché sei in Bolivia?
 Ad oggi le ragazze che vivono nell'albergue sono 14. E i bambini dal 4 settembre sono 10. Quella data rimarrà impressa nella mia mente, perchè è nata la figlia di una delle ragazze.
Quanti ricordi…
Ricordo il giorno in cui è arrivata Ino, era la fine di maggio. Un maggio fresco, anche se non propriamente invernale.
Ino era spaventata, triste e silenziosa. Ricordo le sue lacrime, il suo silenzio. Fino a qualche tempo prima era a Villamontes dove aveva sofferto una violenza sessuale da parte del suo datore di lavoro. E' scappata dal luogo dove lavorava e grazie ella Defensoria de la niñez y adolecencia è arrivata a Tarija, nell'albergue.
Ogni volta che arriva una ragazza nuova, le ragazze sono contente. "Che bello avremo una nuova amica" è quello che dicono. C'è una forte solidarietà tra di loro. Tutte hanno sofferto una violenza sessuale, tutte i primi giorni vorrebbero andare via da un posto di cui non ne capiscono la ragione. Pensano che sia un' ingiustizia che siano state sradicate dalle loro case e dalle loro famiglie. "perchè ci portano via, mentre LUI rimane lì?" Pensano sia una punizione per aver fatto qualcosa di male.
 Mujeres en Accion: l'organizzazione dove Elisa sta prestando servizio
Quando Ino è arrivata nell'albergue, a 17 anni era già incinta di 7 mesi. 7 mesi che volevano essere occultati. Utilizzava jeans e pantoloni stretti per dissimulare il più possibile una gravidanza non desiderata.
Con il passare del tempo il ventre di Ino cresce sempre più e i jeans non li ha più indossati, la gravidanza non viene più nascosta. Ino è sempre più bella, serena. Quando è arrivata non aveva quasi niente con sè: qualche vestito e delle foto di quando era piccola nella sua casa in campagna.  Aveva voglia di mostare quelle foto, quella parte di vita che porta sempre con sè. E' stato quello il primo momento di confidenza che abbiamo avuto. Mi ha raccontato che è andata a scuola per una settimana, fino a quando la madre è morta e lei a 7 anni ha dovuto rinunciarci per aiutare il padre a lavorare. E' questo il motivo per cui non sapeva nè leggere nè scrivere
Finalmente è arrivato il giorno in cui Ino è stata iscritta a scuola. Prima elementare, scuola Belgrano, turno serale. Ino finalmente poteva andare a scuola e realizzare il suo sogno, imparare a leggere e scrivere. Da allora ogni giorno si esercita: a, e, i o, u...pa,po,pu,pe,pi...la,le,li,lo,lu...pala, lima, nena...le difficoltà non la spaventano, lei continua a provarci fino a quando non ci riesce. Si applica e si emoziona quando riesce a leggere quelle parole che inizialmente le risultano quasi impronunciabili. Un giorno mi ha raccontato, con il sorriso stampato sulle labbra, che era riuscita a scrivere tutte le parole che l'insegnante le aveva dettato. Era soddisfatta e orgogliosa di se stessa.
Nel frattempo la sua pancia cresce. Alla fine di agosto iniziano le prime contrazioni, i dolori alle gambe e alla schiena. Ma lei non si lamenta, vuole continuare a svolgere i compiti che le spettano nell'albergue, a esercitarsi nella scrittura e ad andare a scuola.

Fino a quando il 4 settembre alle 2 di notte le contrazioni diventano sempre più forti e non le permettono di dormire. Di corsa all'ospedale...è inziata la fase pre parto! Le contrazioni sono sempre più intense e lunghe. Si tratta di un travaglio lungo perchè solo alle 16:30 la sua wawa (bambina in quechua) è nata. Ino è stanca, i dolori sono stati lancinati. La nostra Ino è mamma. Quando qualche ora dopo ho visto Ino che allattava sua figlia, mi sono emozionata. E' difficile spiegare quello che ho provato, ma so per certo che ho visto una ragazza stanca ma matura e responsabile. Spesso si girava verso la bambina che fino a qualche ora prima era nel suo ventre. Era accanto a lei e la guardava con affetto e sensibilità. Chissà cosa avrà pensato Ino. Forse che per qualche tempo dovrà rinunciare ad andare a scuola, che dovrà allattare sua figlia ogni 2-3 ore, che dovrà cambiarle i pannolini, che adesso non è più sola, che sono in 2. Sarà difficile, questo lei lo sa. Non è stata una gravidanza desiderata, anche di questo è cosciente. Una cosa è sicura: lei vuole bene ad Abril e cercherà di educarla al meglio.
 alcune delle attività che vengono realizzate nell'albergue

lunedì 5 marzo 2012

Dar la vuelta

Non dirò di quando dimentico di buttare la carta igienica nel cestino e me ne ricordo solo quando ho tirato lʼacqua.
Né dirò dellʼuscita notturna nella sempreaperta tiendita di Miriam in cerca di un dolce al cioccolato (e también di dolcezza?), accompagnata da Marina.
Né dirò che qui il cioccolato a forma di tappo di bottiglia di birra ha talmente tanto cacao che è amarissimo e poco coccolante. Non mi lamenterò delle maniglie che si chiudono schiacciando il bottoncino del pomello allʼinterno e la chiave rimane sul letto e tu fuori attonita e la finestra chiusa.
Non dirò di essermi introdotta per un pertugio nella stanza dei doppioni delle chiavi del Manthoc.
Non inveirò contro gli automobilisti che quando ti vedono in procinto di attraversare accelerano o strombazzano per inchiodarti al marciapiede. Che qui la vita da pedone è rischiosa, che ai tassisti sembra non dispiaccia lʼidea di uccidere i bipedi senza ruote, nonostante essi rappresentino potenziali clienti.
Infine non criticherò i ritardi di ore e ore sul luogo di lavoro. In fondo se fossi il figlio che oggi compie 10 anni sarei felicissimo se mia madre restasse a casa a festeggiarmi.

Dirò invece della sensazione di felicità sul far della sera, quando senti di esserti meritata quella cenetta, ma non ti stancherai mai della smisurata gratitudine che stupita senti di provare per quelle risate.
Dirò della notte che è colorata di stelle diverse. Delle case di terra e paglia, alla facciaccia del cemento armato. Del bacio sulla guancia sinistra e di quellʼaffetto inaspettato da parte di persone che appena conosci, ma che scalda il corpo intero.
Dirò dei pennelli nel mio ufficio, dei colori dei muri, ah, i colori dei muri delle case!
E delle donne campesine con la gonna fin sotto il ginocchio, coi cappelli, coi fasci dʼerba per i cuy, dei loro volti che sembrano fissare un mondo diverso da quello che vedo io e chissà comʼè.
E certo racconterò dellʼimmagine di piedini di niño che spuntano ovunque: da sotto un banco al mercato, da sotto un telo sul marciapiede vicino alla piramide di tomatos “un sol!”, dai carretti di caramelle, dalle schiene legate di tessuti a strisce fucsia.
E che col colore fucsia, che aborrivo per via di Barbie e Lelly Kelly, forse forse ci sto facendo pace.
Dirò del tempo lento, del tempo lento di Nelson nella sua tienda di libri usati. Che legge tutto mentre il mondo scorre fuori dal portone aperto. E le pareti blu sommerse da pagine ingiallite e coste impilate. Della disponibilità a farci due chiacchiere con la gringa, a scambiarsi i nomi, a salutare con un cenno di mano quando passo per strada.
E come Folco mi ha detto, anche nella città si crea il piccolo paesino di “soliti posti” e riferimenti sicuri, la propria tana calduccia, la propria famiglia.



Non vedo lʼora di vedere lʼaltro mondo, quello delle Montagne, dove si vede meglio che la natura vince sempre, senza bisogno di un terremoto a ricordarlo.
Dove lo spazio bianco colorato di verde è tanto e se non è verde è cielo.

E poi, ultima cosa, Aspem cari, lʼincessante scambio che stiamo vivendo. Ispirazione (cristiana?!?), aria che entra dentro, espirazione. Le sento vociare, le cellule del mio corpo, avvicendate a ricevere ossigeno e rilasciare sostanze di rifiuto, continuamente. Così io, attraversata da questa forza. E la consapevolezza che la mia sola presenza qui mi rende attrice, talvolta attiva e talvolta passiva, di uno scambio con lʼAltro e con lʼAttorno. Come una culla questo ritmo quasi biologico da quanto inevitabile, questo dondolare dʼaltalena (columpios). (Chiara Contatore da Cajamarca)

mercoledì 22 febbraio 2012

22 giorni dopo il rientro Laura scrive...

Ho passeggiato sulle dune del deserto
Ho provato, per lo meno, a ballare salsa
Ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno fatto sentire a casa
Mi sono arrabbiata quando in casa mancava l'acqua per giorni
Ho provato tutte le varietà di pisco e di vino
Mi sono arrabbiata quando non riuscivo ad attraversare la strada
Ho avuto l'acqua a ore e ho capito l'importanza di una risorsa che si sta esaurendo
Ho avuto istinti omicidi quando i mototaxi mi mandavo baci e i taxisti mi ripetevano "huacachina huacachina huacachina"
Mi sono sentita frustrata quando ho conosciuto casi di violenza fisica e sessuale a donne e bambini rimasti nell'impunità
Ho visto il tramonto sull'oceano
Ho odiato i bricheros
Ho partecipato a un programma televisivo
Ho ricevuto un sms da nacho che diceva: esco dal carcere in 10 minuti
Ho avuto tanti fans che mi dicevano frasi alla laura pausini
Mi facevo la doccia come una "vaquera"
Non mi sono mai annoiata
Mi sono arrabbiata quando mi hanno detto falsi "si"
e quando "ahorita vengo" e "ya estoy saliendo" significava aspettare ore
Ho visto la Copa America stringendo nelle mani un Ekeko
Ho ballato cumbia nelle feste di Codehica
Sono andata, due volte, al concerto del grupo 5
Ho mangiato cibo buonissimo e sono ingrassata
Mi sono ritrovata all'ospedale con una flebo per l'ennesima infezione
Ho avuto paura perché era impossibile camminare tranquilla per la strada
Sono stata per la prima volta a una messa di Natale
Mi sono persa in escursione “fai da te” e sono stata salvata da una cholita
Mi sono spaventata perchè un uomo sconosciuto era sceso dal nostro tetto. Poi ho scoperto che era nando, che taglia i cavi per poterli aggiustare ed essere pagato
Ho visto machu picchu
Mi hanno presa in giro per le mie costanti diarree
Ho viaggiato come una mochillera
Ho vissuto una scossa di terremoto di 7.4 gradi
Ho bevuto spremute di frutta fresca al mercato
Ho fatto rafting
Ho imparato a fare il Pisco Sour
Ho provato le brezza della mototaxi delle costa e della motocar di Tarapoto
Ho fatto il bagno in una cascata tropicale
Ho ricevuto gli abbracci e i sorrisi dei bambini delle comunità
Ho riso da morire quasi tutti i giorni dell'anno
Ho mangiato pane con chicharrones di maiale per colazione
Ho sentito racconti sul terrorismo e la violenza politica
Ho conosciuto il movimento di bambini e adolescenti lavoratori
Mi sono sentita stanca quando dovevo lavorare senza avere giorno libero
Ho mangiato frutta tropicale tutto l'anno
Ho ascoltato i discorsi politici dei nntas e ho imparato da loro a sentirmi forte
Ho fatto l’autostop
Non ho vissuto l'inverno
Ho avuto il visto di un anno, ma è arrivato a ottobre
Perdevo la pazienza quando entrava in casa tutta la sabbia del deserto
e quando uscivano cucarachas dal buco della doccia

Ho conosciuto alejandro cussianovich che ha definito interessante il mio progetto con nacho

Ho pianto
Mi sono arrabbiata quando mi volevano far pagare di più
Ho capito che l’empanada de carne rimasta ore al sole non si deve mangiare
Ho imparato a contrattare il prezzo di ogni cosa
Ho avuto incubi quando ho iniziato a capire che dovevo andarmene
A volte ho pensato “non mi manca niente”.

venerdì 10 febbraio 2012

venerdì 3 febbraio 2012

SCV IN LEVARE sabato 18 febbraio!




SUPER SERATA IMPERDIBILE!!!

RJS & B-ROOTS ONLY FOR YOU AND SCV!!!

Oltre a taante, taaante good vibes, ci saranno anche:

> MOSTRA FOTOGRAFICA iillustrante i progetti ai quali alcuni Volontari in Servizio Civile hanno lavorato durante l'arco dell'anno di servizio appena trascorso. Immagini che raccontano storie...

>UN LIBRO PER UN LIBRO: un banco di "vendita" libri ad 1€ per finanziare i progetti di doposcuola che ASPEm, La Soglia e Coordinamento Comasco per la Pace portano avanti da anni

> CUBA LIBRO: volete un libro ma anche bere un buon Cuba mentre vi scatenate?! Evviva la cultura da cocktail, allora!Aggiungete un piccolo eurino alla spesa e vi daremo un libro a vostra scelta! I soldini servono sempre a finanziare i progetti di doposcuola di cui sopra...

PERCHE' VENIRE?!
Ma perchè oltre a scatenarvi con i bei suoni del reggae, avrete la possibilità di conoscere delle realtà che operano sul territorio da anni: ASPEm, Associazione La Soglia e Coordinamento Comasco per la Pace.
Potrete scoprire il mondo della cooperazione e del volontariato direttamente dalla voce di ragazzi che hanno appena concluso un importante anno all'interno di queste realtà, e che hanno deciso di condividere questa esperienza piena di emozioni con voi...e con le migliori vibes in circolazione!!!

QUINDI, SIATECI!! E RICORDATE:

S COME SERVIZIO, C VOME CIVILE, V COME VOLONTARIO = SCV IN LEVARE!

VI ASPETTIAMO!
NAH MISS!!!

http://www.facebook.com/events/250486125029535/

giovedì 2 febbraio 2012

A VOLTE RITORNANO...

Ve li ricordate??? Era il febbraio 2011..

ed ora eccoli qua, febbraio 2012:


BELLISSIMI E BELLISSIME!
I ragazzi che hanno svolto il servizio civile attraverso ASPEm sono ormai di ritorno.
ASPEm dal Perù li saluta così : leggi l'articolo.
In attesa di ricevere racconti, fotografie, emozioni e pensieri
DIAMO A LORO UN BIANCHISSIMO BENTORNATI!!